La realtà ha solo momenti reali e le sue storie, collocandosi nell’infinito, vengono successivamente, tra quei segni di punteggiatura dove i sentimenti e le esperienze tornano indietro molto tardi. Quelli di Asli Erdoğan, giornalista, scrittrice e attivista turca per i diritti umani, sono raffreddati, sedimentati in uno stato irriconoscibile e non riuscendo a trovare un angolo della mente in cui potersi installare, “si allungano infiltrandosi come spine”.